Bormio è situata a 1.225 metri sul livello del mare, nel cuore delle Alpi. Alle porte del paese di Bormio si trova il moderno complesso termale Bormio Terme. Qui si conserva l’originaria vocazione curativa delle acque sia per le cure inalatorie sia per i fanghi (convenzionate con il nostro sistema sanitario).
Le acque termali di Bormio hanno un origine millenaria e si insinuano nel sottosuolo in profondità tra i 1000 e 1100 metri, lungo fratture e strati permeabili. Lungo questo percorso assorbono il calore per effetto del gradiente geotermico.
Qui, sotto la pressione idraulica generata dal continuo flusso idrico, risalgono verso l’alto cercando una via d’uscita in superficie, generando le 9 fonti termali che oggi alimentano tre impianti: Bagni Nuovi, Bagni Vecchi e Bormio Terme.
Secondo alcune teorie il nome Bormio deriverebbe proprio dalle sue fonti, ovvero dal tedesco “worm” – caldo un chiaro riferimento alla temperatura elevata raggiunta dalle sorgenti.
Il mio viaggio nella Valtellina ha come obiettivo scoprire Bormio e la sua offerta termale e wellness. Le aspettative non vengono deluse, infatti si può dire che il benessere qui è davvero di casa e si declina in una molteplice offerta adatta per diverse esigenze: dalle coppie, agli amanti degli sport invernali, alla famiglia. Ma procediamo con ordine, intanto semplificando, si può dire che il benessere a Bormio va a strati, nel senso che dal basso, all’inizio del paese incontriamo prima il grande stabilimento termale pubblico Bormio Terme, si procede poi salendo verso la collina con i Bagni Nuovi verso metà percorso, per finire ai suggestivi Bagni Vecchi: punto iniziale da dove la lunga tradizione termale ha preso le mosse oltre duemila anni fa.
Bagni Vecchi
L’albergo sorge nel luogo dove già in epoca romana si trovava l’antico Hospitium balneorum e successivamente l’ospizio destinato ai pellegrini e ai viandanti che percorrevano la via verso il Tirolo (xenodochio). Con l’apertura della strada per lo Stelvio I “Bagni di Castello” e l’antica “Fortezza della Serra” le terme vennero trasformate in hotel per ospitare anche la Corte Imperiale d’Austria (1826).
La struttura è abbarbicata sulla nuda roccia e sembra aggrapparsi al fianco della montagna. Il benessere si scopre fra percorsi esterni e interni di grande suggestione. Si scende da una ripida scaletta per immergersi nella piscina esterna con idrogetti. Ci si lascia pigramente galleggiare nella vasca a picco sulla conca di Bormio, mentre la vista spazia sulla vallata e sulla chiesetta sottostante, alle cui spalle c’è una delle sorgenti che da secoli è una fonte inesauribile di preziosa acqua termale.
Scendendo lungo il percorso esterno, si oltrepassa l’entrata della chiesa: qui si può sostare in un grande tino idromassaggio prima di varcare la porticina che porta ai bagni romani. Si tratta della Vasca dell’Arciduchessa, risale al 1800 e veniva usata dall’Arciduchessa d’Austria durante i suoi soggiorni abituali.
Entrando il vapore lascia a malapena intravedere due vasche di acqua calda dove ci si può immergere. La poca luce interna è quella naturale che filtra da piccole finestre: qui l’atmosfera si fa ancestrale, potente e di grande suggestione. Questa grotta è il punto preciso dove sgorga una delle sorgenti particolarmente ricca di sulfobatteri naturali (fanghi) ed era già utilizzate in epoca preromana.
Le zone interne si suddividono in Bagni Medievali, Bagni Imperiali proseguendo in un immaginario percorso nella storia fra saune, vasche e bagni di vapore , aree relax, zone detox e docce energizzanti. I profumi cambiano come le temperature delle saune e così il calore alla “cirmolo” in un’altra area diventa profumo di erbe alpine e così via in un emozione continua che stimola tutti i sensi.
All’ingresso, nella “zona imperiale”, entrando da una porta per nulla dissimile a una qualsiasi apertura verso una stanza si apre un percorso che non ci si aspetta : la Grotta di San Martino. Un antro di pietra dove il vapore aumenta man mano che ci si avvicina alla sorgente raggiungendo le viscere della montagna (Tepidarium – Laconium – Frigidarium- Calidarium ). In questa zona si può partecipare a piccoli gruppi in rituali dove una guida conduce fra fanghi e bagni di reazione in un autentico percorso benessere.
Nella zona imperiale c’è anche un bagno tonificante dedicato a Garibaldi a ricordo del suo soggiorno nel 1859, durante la Guerra d’Indipendenza, quando era solito ritemprarsi dalle lunghe marce sullo Stelvio con immersioni sotto le cascate di acqua calda.
Lasciamo i Bagni Vecchi e, proseguendo lungo la strada dello Stelvio verso Bormio, dopo qualche tornante troviamo il Bagni Nuovi. Entrambe le destinazioni oggi appartengono a quello che è considerato il più grande gruppo termale italiano: QC Terme. La facciata liberty, nobile e austera s’impone sul grande parco-giardino. Trenta differenti servizi termali, di cui sette vasche e piscine all’aperto con acque che sgorgano alla temperatura di 37°- 43° gradi sono il fiore all’occhiello di questa Spa che trasforma il benessere in piacere e l’acqua termale in un percorso che si snoda fra vasche, docce, cascate alla scoperta di sempre nuove sensazioni.
Davanti alla facciata una scultura contemporanea ci rammenta una certa tradizione popolare legata alla culto del femminile che è forse “l’essenza” stessa del luogo. . E’ “La strega” interpretata da Lidia Silvestri in un’opera del 1993.
I quattro settori dedicati ai grandi personaggi dell’olimpo ci accompagnano in stanze di vapore e ampie zone relax, saune e bagni di vapore in un percorso infinito dedicato al nostro benessere più autentico.
I Giardini di venere si aprono a un percorso esterno rigenerante. Le saune e le tante vasche di acqua termale sono ospitate in quello che in origine era il giardino e l’orto dell’albergo. Saturno, Diana, le Vestali, le muse le parche… tutto l’olimpo è stato chiamato a presenziare a quello che si presenta oggi come il più grande parco termale delle nostre Alpi.
Da non perdere la Baita di Pan : il rivestimento interno di questa bio-sauna è un’autentica boiserie in cirmolo dei primi dell’ottocento e ripropone l’atmosfera delle baite dell’epoca. La stufa in maiolica e l’autentico lampadario luster completano l’ambientazione.
Altre divinità le troviamo lungo il percorso della Grotta di Nettuno: un tunnel interno che si snoda fra saune, vasche con cromoterapia, docce scozzesi, docce Vichy e cascate di ghiaccio. Nei locali che originariamente ospitavano il primo stabilimento termale oggi si trovano le vasche del percorso interno rigenerante: Bagni di Giove – Qui troviamo Hammam, idromassaggi e cascate al alta intensità oltre ad una sala relax con i profumi del bosco del Parco Nazionale dello Stelvio. Dedicati a Ercole gli spazi aggregativi dedicati al relax (Sala del Braciere) o a rituali ed eventi termali guidati da “maestri del benessere”.
I lavori di costruzione dei Bagni Nuovi vennero ultimati nel 1836 , l’obiettivo era quello di risollevare la reputazione del turismo termale crollata a picco a causa delle disastrose condizioni in cui versavano i Bagni di San Martino (Bagni Vecchi). La destinazione necessitava di una struttura in grado di soddisfare le esigenze di una clientela di alto livello abituata a spostarsi in tutta Europa alla ricerca dei migliori e più rinomati centri termali.
Nell’imponente “Salone dei Balli”, preparato per la cena, la luce è quella delle candele, la musica in sottofondo suona melodie avvolgenti mentre il grande camino scalda con una fiamma vivace.
Le luci soffuse creano un’ atmosfera al di fuori del tempo tanto che l’immaginazione vola e mi sembra di vedere sagome di uomini e donne; le signore dagli eleganti vestiti a frange longuette avvolte in boa di struzzo chiacchierano animosamente mentre la musica vira in alcune note charleston: è il trionfo della Belle Epoque!!! Mentre inseguo queste visioni d’altri tempi arriva l’impettito cameriere – ecco la mia succulenta cena : vellutata di piselli con una selezione di pani di segala , costolette di agnello, e come dolce p una piramide di semifreddo alla nocciola con decori di cioccolato al rum. Lo chef Gabriele Santelli prepara succulente leccornie per il palato che non tralasciano nessun dettaglio diventando anche piatti “gustosi” per gli occhi!
Dai balconcini delle camere sul lato facciata la vista spazia sull’intera valle e sulle montagne dove lo sguardo si perde.
L’accoglienza raffinata e attenta ai dettagli degna di un 5 stelle, riserva mille sorprese per deliziare e viziare gli ospiti che si sentono trattati alla stregua di quei nobili mitteleuropei sempre alla ricerca di cura e attenzioni personali e dedicate. Il Grand Hotel Bagni Nuovi dispone di settantaquattro camere lussuose e provviste (quasi tutte) di vasche per idromassaggi con acqua termale e cromoterapia.
Le Terme di Bormio
Nel centro termale nel cuore del paese, alle aree curative si affiancano ampi spazi dedicati a vasche e piscine sia interne sia all’esterno pensate per tutta la famiglia.
Vasche termali , grandi scivoli e giochi acquatici per i bambini si affiancano a piscine olimpioniche e grandi terrazzamenti per prendere il sole, il tutto completata da un ampia scelta di massaggi e trattamenti beauty e wellness.
L’acqua termale usata nello stabilimento proviene dalla sorgente della Cinglaccia dove sgorga ad una temperatura tra i 37 e i 40 °C. Si classifica chimicamente come acqua termale minerale solfato bicarbonato alcalino terrosa a media radioemanazione.
Le fonti di acqua erano famose per le loro proprietà medicamentose già in epoca romana.
Uno dei primi effetti osservati sin dalla loro scoperta fu l’effetto miorilassante che seguiva l’immersione prolungata. Oggi le fonti di Bormio Terme sono classificate come “acque termali solfato-alcaline-terrose minerali” e sono indicate per numerose applicazioni terapeutiche.
In particolare i benefici delle terme di Bormio si possono registrare nei trattamenti di:
- infiammazioni dell’apparato respiratorio con l’inalazione di vapor acqueo;
- malattie di tipo reumatico e uricemico;
- interazione benefica con la pelle;
- affezioni della sfera genitale;
- infiammazioni e disturbi dell’apparato digerente;
- attività di riabilitazione post-traumatica da fratture.