Secondo i principi della MUSICOTERAPIA, il suono è uno strumento di comunicazione in grado di agire sul paziente con effetti terapeutici.

Fin dai tempi antichi venivano attribuiti ai suoni e alla musica effetti benefici, miglioramenti sull’umore e sugli stati nervosi. Non solo in occidente ma anche In Oriente, quali Cina e India si attribuiva alle note musicali la capacità di condurre alla guarigione.

Numerosi studi scientifici provano che la musica influisce sul cervello, e quindi sulle attività neuronali, che vengono stimolate e producono le betaendorfine, ormoni del “buonumore”, con capacità analgesica.

Attraverso studi recentemente effettuati risulta che le note musicali e il suono incidono sulla pressione del sangue, sulla circolazione, sul ritmo del respiro e addirittura sui movimenti dell’intestino. Dal punto di vista cerebrale la musica svilupperebbe la concentrazione e in particolare le capacità di calcolo e a lungo andare modificherebbe anche l’anatomia del cervello

La medicina tradizionale pur non riconoscendo la musicoterapia come medicina effettiva, ne raccomanda l’applicazione come cura complementare.

L’influenza benefica delle note musicali si manifesta sia sotto forma di ascolto, sia con il canto o suonando uno strumento musicale.

Suono, musica e movimento vengono impiegati con lo scopo di influenzare disturbi comportamentali, ritardi di sviluppo e stati di sofferenza.

Particolarmente utilizzata per alleviare il dolore nei malati allo stadio terminale, per stimolare disabili e persone colpite da gravi traumi, per trattare ansia, depressione e insonnia, nei casi di cattiva digestione e di ipertensione ed è una valida misura complementare per afasici e ludopatici.

Nella gravidanza  viene utilizzata per favorire lo sviluppo fisico e mentale del feto poiché la musica crea un livello profondo di comunicazione con il nascituro e aiuta la futura mamma a rilassarsi. Diversi esperimenti evidenziano come le musiche fatte ascoltare al piccolo ancora nella pancia vengano poi riconosciute dal bimbo dopo la nascita.

Con i bambini la musicoterapia si è rivelata particolarmente utile perché favorisce la capacità di comunicazione e apprendimento dei bimbi, aiuta a migliorare la capacità di socializzare e migliorare situazioni problematiche legate al contesto familiarescolastico.

Complementare inoltre per le nascite premature, bambini autistici, dislessici e disabili, poichè diminuisce rabbia e tensione, e aumenta la creatività.

I notturni di Chopin e le sonate di Mozart sono tra le musiche consigliate dai terapeuti per l’insonnia e nella gravidanza, forse perché basate su di una sequenza musicale semplice ma coinvolgente.

 

Studi dimostrano che migliora le attività funzionali e i disturbi comportamentali dei malati di Alzheimer e Parkinson e può dare sostegno psicologico agli anziani che vivono in istituti.

Il neurologo-scrittore Oliver Sacks, diventato famoso in tutto il mondo con “musicofilia” aggiunge:

È davvero sorprendente vedere persone assenti e cupe reagire immediatamente alla musicoterapia o a una canzone familiare. All’inizio sorridono, poi in qualche modo tengono il ritmo e alla fine lo seguono. In un certo senso riconquistano quel periodo delle loro vite e quella identità che avevano quando hanno ascoltato la canzone per la prima volta. Sono affascinato dal potere della musica di integrare e curare: la musica è il più completo farmaco non chimico.”

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