In arabo significa fonte di calore, i musulmani lo chiamano il “dottore silenzioso”, nei racconti di Sherazade le “Mille e una notte” ha sempre una connotazione sensuale, ed è una presenza costante negli scenari d’amore: stiamo parlando dell’Hammam.
L’antico rituale di purificazione e detersione del corpo attraverso il vapore, compare già nella cultura egizia e poi in quella greca. La tradizione del cosiddetto “bagno turco” si afferma, in oriente, grazie anche all’influenza delle terme romane.
Con la caduta dell’impero romano gli arabi consolidano la tradizione dei bagni riscaldati, anche se vi apportano qualche sostanziale modifica. Gli spazi si riducono, non ci sono più vasche per immersioni o piscine e zone dedicate allo sport ma rimangono tre sale essenziali: un vestibolo (camekan), dove ci si sveste e luogo in cui ci si rilassa fumando narghilé al termine della permanenza, una sala tiepida e una stanza più calda (harara) dove il vapore acqueo satura l’ambiente portandolo ad una temperatura che oscilla fra i 45 e i 60 gradi con un’umidità del 90%- 95%.
Inoltre, mentre i romani erano soliti costruire un grande edificio termale al centro della città, gli arabi preferiscono creare molti piccoli bagni sparsi nei circuiti cittadini.
I primi hammam furono quelli dei Califfi Camayyadi. Queste tribù seguivano un modello di vita semi-nomade ed eressero i primi “Bagni Turchi” fuori delle mura delle città su terreni isolati e selvaggi. Fra i più antichi c’è il Kusair’Aman (si trova inaspettatamente nella vasta distesa pianeggiante vicino al Mar Morto).
Il successo dell’hammam viene siglato successivamente dall’islamismo che ne riconosce la validità. Se per Maometto l’ambiente caldo dell’hammam favorisce la fertilità, nelle “Mille e una notte” recarvisi presuppone un retroscena amoroso e, ancora oggi in molti paesi arabi, andare all’hammam significa “fare l’amore”.
In realtà, fino a qualche tempo fa, le donne si recavano ai “bagni pubblici”, loro unico prezioso momento di socialità, anche per trovare le mogli per i loro figli.
L’hammam rappresentava l’unico luogo dove le donne si potevano riunire lontano dagli sguardi e dal controllo maschile, qui vi trascorrevano intere giornate a festeggiare, chiacchierare e mangiare. Con danze e cibi particolari, si celebravano i riti di passaggio: il primo flusso mestruale, il matrimonio, la gravidanza, il puerperio, i lutti.
Anche per gli uomini il tempo (mai inferiore ad un’ora e mezza) speso nell’hammam non è solo dedicato alla detersione del corpo ma anche per relazionarsi col prossimo, tanto che sin dall’antichità l’hammam ha svolto un importante ruolo all’interno dell’organizzazione sociale delle città islamiche.
Oggi lo scenario del bagno turco è cambiato: l’hammam si sta diffondendo con grandi consensi in tutto il mondo, a cominciare dall’ Italia, dove in diverse città sono nati luoghi che fanno del vapore un momento di pausa e di relax.
Si tratta di luoghi eleganti per rilassarsi, per lasciarsi coccolare dal caldo e dai profumati effluvi degli aromi, degli incensi e degli oli essenziali. All’interno del bagno turco la sudorazione è meno intensa rispetto all’ambiente molto caldo e secco della sauna, ma dato che la permanenza è più prolungata, il risultato finale spesso è che la quantità di sudore traspirato è superiore.
Il bagno turco ha diversi effetti benefici: favorisce una profonda pulizia e purificazione della pelle, è utile per le vie respiratorie, ha un effetto tonificante e rilassante e riduce lo stress. Come risultato, la pelle si purifica a fondo, soprattutto se durante il bagno si approfitta per fare dei peeling esfolianti con argilla e guanti di crine, o ci si massaggia con oli profumati.
Quando si sentono pulsare le tempie è il momento di terminare il bagno di vapore ed effettuare una rapida doccia fredda per poi, volendo, rientrare nuovamente. L’alternanza di temperature è indispensabile per ottenere buone reazioni corporee.
Controindicazioni: persone con disturbi cardiovascolari, problemi circolatori o di pressione sanguigna.