E ora “fangotherapy”. Mi affaccio alla cabina: un lettino con una massa informe di fango, una vasca e una doccia. Simona, la mia “fanghina” così vengono simpaticamente chiamate le fangoterapiste, mi fa girare di schiena per verificare se la temperatura del fango é giusta spalmandone una piccola quantità ..questo é il loro delicato compito poiché se troppo caldo, brucia e troppo freddo perde la sua efficacia. Mi sdraio sulla superficie melmosa calda e Simona dopo avermi avvolta in un telo va ad occuparsi di altre in attesa del trattamento. La melodia rilassa la mente mentte il corpo sembra fondersi col fango. Poco a poco le goccie di sudore sulla fronte diventano dei rivoli… per fortuna ecco che ritorna il mio “angelo del fango” pronta ad asciugarmi il volto. 15 minuti sono lunghi da passare…poi a fatica scendo dal lettino lasciando il calco del mio corpo. Simona mi fa accomodare, senza scivolare, nella doccia e con un getto forte mi “spara” l’acqua prima sulla schiena e poi davanti. Quindi m’immergo nella piccola vasca di acqua termale addizzionata di ozono. Al termine, mentre mi asciugo con i grandi teli sento la pelle al tatto sensibilmente più liscia, levigata. Il consiglio al termine del trattamento é di bere tanta acqua e sdraiarsi a gambe in su.
Cosa avviene durante la fangobalneoterapia? Il dr. Gianfranco Calfapietra dell’ Abano Ritz Hotel ci spiega i vantaggi del fango per le articolazioni e… ci consiglia di bere acqua calcarea ad alto residuo per combattere l’osteoporosi!